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5 Aprile 2012 alle 9:22 #3916geomarMembro
Buongiorno dott.Bernagozzi sono nuovo nel forum e avendolo trovato molto interessante e molto competente ho deciso di iscrivermi e di chiederle alcune delucidazioni poichè mi trovo a dover affrontare per le prime volte aspetti inerenti l’idrogeologia.
Nello specifico l’obiettivo è quello di captare acqua per scopo irriguo, all’interno di un’area caratterizzata da un’intensa circolazione idrica, sia superficiale che sotterranea, nella quale sono presenti diverse sorgenti trovandoci all’interno di terreni molto eterogenei, molto permeabili soprattutto per fessurazione e fratturazione.
Le soluzioni a cui pensavo erano appunto quelle di sfruttare la fuoriuscita di queste sorgenti anche se un pò distanti dall’area in cui poi sarebbero utilizzate, ragion per cui mi è balzata alla mente l’idea di fare un pozzo nelle vicinaze dell’area, anche se ovviamente sarebbe da accertare la presenza di acqua più che altro in termini di profondità.
Senza dilungarmi troppo vorrei sapere gli aspetti fondamentali, i parametri che devo sapere per un corretto dimensionamento e una corretta soluzione per raggiungere lo scopo che ci siamo prefissati.
Grazie5 Aprile 2012 alle 9:40 #4456bernagozziAmministratore del forumSe in prossimità dell’area sono presenti delle sorgenti probabilmente una soluzione da esaminare è la captazione diretta dalle sorgenti. Ovviamente occorre prima verificare la fattibilità di un intervento di questo tipo. In particolare occorre verificare che la distanza non sia eccessiva e sopratutto che il regime sia tale da garantire una portata sufficiente nei periodi critici per l’irrigazione. In un’ottica di questo tipo, se l’intervento non è urgente, la cosa migliore è sicuramente procedere con un monitoraggio delle portate. Si tratta in pratica di eseguire una serie di misure distribuite durante l’anno per verificare che le portate in uscita soddisfino i fabbisogni idrici. Se ci sono le condizioni, l’idea di eseguire una serie di piccole opere di captazione che versano in un serbatoio di accumulo è sicuramente un’opzione da prendere in considerazione. Se le sorgenti poi si trovano ad una quota superiore rispetto all’area da irrigare si può far funzionare il sistema a gravità, eliminando anche i costi di acquisto, gestione e manutenzione delle pompe.
L’idea di scavare un pozzo è sicuramente da prendere in considerazione, sopratutto se l’area è ricca d’acqua. Se gli acquiferi sono permeabili per fratturazione, però, occorre sempre considerare l’incognita della distribuzione delle fratture in profondità: se non esiste una rete di fratture molto fitta e interconnessa si può correre il rischio di perforare un pozzo senza intercettare un numero sufficiente di fratture acquifere e quindi di ottenere un pozzo poco o nulla produttivo. Questo però a priori non si può sapere. Si può provare a fare una stima sulla base di un rilievo geomeccanico eseguito nell’area, ma si tratta sempre solo di una indicazione di massima.5 Aprile 2012 alle 10:03 #4457geomarMembroLa sorgente ha una portata direi considerevole, rapportata alla scarsa piovosità di questi ultimi periodi( mi trovo in liguria), verificherò direttamente dagli abitanti della zona la situazione nei mesi più caldi. Se l’intervento fosse urgente come potrei muovermi? Per quanto riguarda il discorso del pozzo, la zona è sede di un importante accumulo detritico (le cosidette paleofrane molto frequenti nella nostra zona), al cui interno si trovano le più svariate litologie delle più svariate dimensioni, per cui è sicuramente difficile capirne la circolazione idrica ,eventualmente pensavo di fare una geolelettrica
Comunque sono decisamente più per la sorgente anche per un discorso legato alle norme e alla burocrazia che per le sorgenti pare siano meno aspre5 Aprile 2012 alle 12:53 #4458bernagozziAmministratore del forumConsidera che per fare un monitoraggio è necessario almeno un anno di tempo. Se non è disponibile un intero anno almeno occorre monitorare il periodo più siccitoso, cioè il più critico ai fini della portata. Nell’appennino Bolognese e Fiorentino questo periodo è alla fine dell’estate (agosto-novembre) cioè immediatamente prima delle piogge autunnali e varia ovviamente da anno ad anno. Un anno di monitoraggio non è sufficiente per definire con sicurezza le caratteristiche idrologiche della sorgente, però è meglio di niente. Se hai delle testimonianze di locali fai bene ad acquisirle. Magari chiedi anche se qualcuno ha eseguito delle misure o se in forma indiretta hanno dei valori di portata (es: avevo un serbatoio da 1 m^3 e mi ricordo che in estate si riempiva in un ora circa…). Insomma, cerca di acquisire tutto quello che puoi sopratutto informazioni quantitative. Puoi anche provare a guardare sul sito della regione se trovi dati di monitoraggio. A volte si trovano, non so la Liguria come sia attrezzata da questo punto di vista, comunque un tentativo di ricerca in Internet vale la pena di farlo.
Per quello che riguarda la paleofrana la situazione dovrebbe essere abbastanza favorevole nel senso che un ammasso franato dovrebbe avere una rete di fratture aperte e distribuite in modo abbastanza casuale e quindi un pozzo dovrebbe avere buone possibilità di intercettare fratture acquifere, ovviamente se le litologie franate sono classificabili come rocce. Da questo punto di vista il fatto che siano mischiate rocce di tipo differente non dovrebbe essere un grave problema. Un marmo e un granito sono entrambi permeabili per fratturazione e quindi alla fine quello che gioca non è tanto il tipo di roccia presente ma il grado di fratturazione. La condizione di paleofrana quindi in generale dovrebbe essere favorevoli ai fini delle possibilità di realizzazione di un pozzo.
Per quello che riguarda la geoelettrica non saprei dirti che tipo di aiuto potrebbe in realtà fornirti. Personalmente sono abbastanza scettico e opterei per altri tipi di indagine.
Ad esempio una prima cosa da fare sicuramente è la ricostruzione geologica dell’area, cioè in pratica il tracciamento di qualche sezione sulla quale posizionare ad esempio l’ubicazione delle sorgenti che hai rilevato e sulla quale tracciare i limiti delle unità (base paleofrana, ecc..).
Una volta tracciata la sezione proverei a ricostruire, sulla base dei dati disponibili, un probabile andamento della piezometrica e a questo punto magari, si potrebbe pianificare una campagna di indagine.
Già che ci sei ti conviene anche raccogliere i dati di pioggia e temperatura delle stazioni meteo presento in zona, in modo da avere anche una ricostruzione certa delle caratteristiche climatiche e di conseguenza una stima della pioggia efficace.
Saluti!17 Aprile 2012 alle 8:54 #4459geomarMembroBuongiorno dott.Bernagozzi, mi ricollego alla discussione iniziata in precedenza.
Mi saprebbe indicare le modalità di captazione di una sorgente al fine di effettuare le misure di portata della stessa?
Grazie.17 Aprile 2012 alle 12:38 #4460bernagozziAmministratore del forumSe la captazione viene eseguita al solo scopo di eseguire misure di portata, non esistono particolari accorgimenti da seguire. La captazione infatti non viene eseguita per estrarre acqua potabile ma viene eseguita unicamente per evitare che le acque si disperdano sul terreno rendendone impossibile la misura.
In quest’ottica, quindi, l’opera di captazione va progettata volta per volta sulla base della conformazione del sito. A volte è sufficiente un piccolo muretto o un piccolo argine di qualche decina di centimetri di altezza costruito con pietre reperite direttamente sul sito, giusto per raccogliere le acque e incanalarle verso un punto da cui sia possibile eseguire una misura volumetrica. In pratica quindi occorre far si che le acque che si disperdono sul terreno vadano a confluire in un punto al di sotto del quale sia possibile posizionare un secchio o un becker.
Utilizzando il metodo descritto in questo post è possibile eseguire le misure di portata.
Se le acque vanno a confluire in un fosso, se possiedi un mulinello idrometrico puoi anche eseguire la misura della portata del fosso. Altrimenti anche in questo caso occorre progettare qualche piccolo accorgimento per sbarrare temporaneamente il fosso e misurarne la portata con un metodo volumetrico. Se le portate sono di qualche litro/sec e se il fosso è di qualche decina di centimetri di larghezza, una piccola lamiera opportunamente sagomata può servire allo scopo.
Insomma, il metodo è un po’ da inventare caso per caso.23 Novembre 2018 alle 12:19 #4461giuly892MembroBuongiorno DOtt.Bernagozzi,
mi ricollego alla discussione, sto studiando un sito produttivo costituito da un sistema sorgentizio che drena differenti punti di emergenza idrica che emergono dal terreno. Allo stato attuale le opere di presa, una sorta di “vasche drenanti” presentano una certa quantità di materiale limoso che si deposita con la fuoriuscita dell’acqua.
Mi saprebbe consigliare dei sistemi efficenti di pulizia delle opere per migliorare il sistema di captazione esistente? -
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