- Il topic è vuoto.
-
AutorePost
-
15 Febbraio 2011 alle 23:01 #3872danbartMembro
Sono solo un curioso di fisiologia”minerale” e vorrei togliermi dei dubbi che mi incuriosiscono per gestire l’imbibimento di una falda semi artesiana. Può esser fattibile dopo un accurata manutenzione di scoline e ruscellamenti (mantenendone cioè le successioni di dighe ,sponde e flora ripariale )una gestione dell’assorbimento da parte della prima falda freatica ? So che la struttura stabile di un territorio(esclusa l’aria) si determina analizzando( limite di Atterberg )la solidita degli elementi, ma vedendo in certe stagioni il terreno zampillare (insieme all’apporto meteorico ), penso che si potrebbe condizionare il pelo libero in modo da farlo aggrottare o meno con criterio, senza alterare troppo la tessitura delle sacche derivate. Magari mi spiego meglio. grazie
23 Febbraio 2011 alle 20:15 #4328danbartMembroAllora, ho riletto il post e mi scusicchio perchè al solito è un pò confusionario. In pratica da tempo mi chiedo cosa fare di qualche “zampillo” alti 2/5 cm. che appaiono dopo le piogge: tapparli,rallentarli, promuoverli, aggiungere sali quando si esauriscono…Per ora ho solo cercato di farli scendere nelle scoline vicine( Plinio diceva che l’acqua deve cantare se sta bene)per non far formare pozzanghere. Non vorrei scavare pozzi ma sviluppare solo le sorgentelle periodiche che sono qua e la per la collina, c’è qualche testo recente disponibile in rete? grazie
9 Marzo 2011 alle 10:06 #4329bernagozziAmministratore del forumPer quello che riguarda il miglioramento delle opere di captazione delle sorgenti l’operazione sicuramente è fattibile. Se, come mi hai scritto anche nella mail, esistono sorgenti sparse sulla collina magari non captate, forse è possibile migliorare la gestione generale delle acque andando ad eseguire semplici interventi di manutenzione. A volte infatti le acque di una sorgente, sopratutto se si tratta di sorgenti di piccola portata, si disperdono nel terreno formando acquitrini e pozzanghere e diventano così inutilizzabili. In questi casi con un po’ di fortuna con una piccola opera di captazione, eseguita anche con pietrame reperito sul posto, si riesce a far confluire le acque in un tubo rendendole così disponibili per l’utilizzo.
Il metodo di raccolgiere le acque in vasche per consentire il mantenimento di un deflusso minimo vitale è un metodo che in linea di principio può funzionare. L’idea cioè è quella che il torrente nella stagione secca venga alimentato con il deflusso delle acque accumulate nella vasca durante la stagione umida. Il problema è però nelle dimensioni della vasca di accumulo. Se si ipotizza anche solo un deflusso minimo di 1 litro/sec, in un giorno devono defluire circa 86 metri cubi d’acqua. Per questa ragione quindi, per mantenere un deflusso minimo vitale in un torrente che in estate si secca occorre realizzare un vero e proprio bacino di ritenuta, cioè una vera e propria opera ingegneristica peraltro neanche di semplice realizzazione. Per questa ragione, quindi, se in estate il torrente si secca per mancanza d’acqua non credo che si possa pensare ad un metodo artigianale per alimentarlo artificialmente.
La cosa è differente se invece un minimo d’acqua c’è durante tutto l’anno. In questo caso, se anche solamente un piccolissimo rivoletto d’acqua scorre sempre, magari si potrebbe pensare a qualche intervento locale per creare pozze d’acqua “artificiali”.
L’idea di modificare il regime di infiltrazione dell’acqua verso la falda non lo vedo molto praticabile. Alcune operazioni, come ad esempio la creazione di ristagni artificiali con la funzione di alimentazione artificiale per infiltrazione, è anche questa teoricamente fattibile, ma anche in questo caso occorre realizzare aree di allagamento molto vaste per avere risultati apprezzabili.
Forse la cosa migliore, almeno in fase iniziale, è concentrarsi sulle sorgenti sparse sulla collina.
Potresti iniziare facendo un censimento dei punti, cioè cercando di localizzare i punti su una carta, magari li forografi, ti crei una piccola scheda descrittiva e valuti quali potrebbero essere eventualmente migliorati con un’opera di captazione
Se riesci anche a fare qualche misura di portata potrebbe essere di utilità, in modo che tu possa vedere qual’è la reale produttività del versante collinare in termini di volumi d’acqua.
A questo punto forse, con un po’ di fortuna, potresti cercare di incanalare le acque delle sorgenti all’interno del torrente e provare ad aumentarne un po’ la portata.
Saluti9 Marzo 2011 alle 21:18 #4330danbartMembroLa collina si può vedere su http://blog.libero.it/terraviva/. Incanalare l’acqua nei torrenti ( in realta sono solo ruscelletti attivi solo dopo le piogge) sarebbe la meglio cosa ma è laboriosa e ora son dietro a costruire casa. Quel litro al sec. d’acqua che dici sarebbe sproporzionato per la capacità di queste fossette, ma penso che, dato che negli anni questi rigagnoli li ho trasformati in mini “foggara”,nel senso che ho soffittato certi tratti dove le acque piovane ci passano sopra senza intasarle di sedimenti, la quantità sufficente a mantenerli con acqua corrente sarebbe minima(1l. al minuto o più):poi visto che dispongo di un grande pannello fotovoltaico inutilizzato m’incuriosisce il riportare l’acqua al serbatoio e grazie alla conduttura interrata la perdita sarebbe minima, forse… ciao
12 Marzo 2011 alle 8:40 #4331bernagozziAmministratore del forumSe disponi di un pannello fotovoltaico, quindi in altre parole se hai a disposizione un surpluss di energia elettrica che non devi utilizzare per altri scopi, potresti anche realizzare l’opera di cui stai parlando. In pratica cioè si tratterebbe di realizzare a valle del torrente una piccola vasca di raccolta, di posizionare una pompa all’interno di questa vasca e di pompare le acque a monte del torrente. Alla fine si realizzerebbe una specie di circuito chiuso in cui le acque vengono ripompate da valle verso monte.
L’idea sembra un po’ bizzarra ma ti assicuro che già altri ci avevano pensato. Mi è capitato un caso in cui si era ipotizzato di mantenere attiva una cascata proprio con un sistema di questo tipo: posizionare una pompa a valle della cascata e pompare le acque a monte realizzando una specie di circuito tipo quello che si vede in piccolo nei presepi!…poi alla fine hanno optato per un’altra soluzione, però di questa idea se n’era realmente parlato!Nel tuo caso prima di partire con il progetto dovresti vedere:
1) quanta energia ti può fornire il pannello (considera che se il circuito deve sempre rimanere attivo occorre anche prevedere delle batterie tampone per la notte e per tutti i periodi in cui non c’è sole);
2) qual’è il dislivello che devi superare (maggiore è il dislivello maggiore è l’energia necessaria per sollevare l’acqua);
3) qual’è la portata che potresti ottenere in funzione dell’energia che hai a disposizione e del dislivello che devi superare.Fatti questi conti, e ipotizzando che le perdite d’acqua sinano basse e comunque compensate dall’apporto naturale, potresti anche provare a vedere la fattibilità dell’intervento.
Saluti
12 Marzo 2011 alle 18:23 #4332danbartMembroDici “compensate dall’apporto naturale” e a me interessa proprio questo. Ho realizzato piccoli tratti interrati (senza tubi) per cercare di fare un pò come negli scambiatori dove per contatto si utilizza l’energia contigua; vorrei promuovere le vene dell’ acqua di monte verso gli alvei, per evitare l’aggrottamento, ma siccome il terreno in certi periodi umidi franerebbe, vedo utile aumentare il regime e strutturarlo un pò. Pensi possa funzionare o farò solo un bel presepe?
Allego un abbozzo di un sistema che potrebbe nel tempo formare una zona umida in grado di stimolare una sorgente reo crena, imbibendo acqua grazie a un impasto poroso gettato in uno stampo durante un periodo piovoso…per evitare che in poco tempo si riempia tutto di radici dovrebbe forse alloggiare in un ambiente chiuso(quindi senza piante). L’acqua chiama l’acqua e se l’habitat esterno al sistema lo permetterà, quando la falda si alzerà per le piogge, dovrebbe costituire micro tuboli in grado di favorire l’ascesa della interstiziale. Mah può andare?21 Marzo 2011 alle 8:54 #4333danbartMembroIn questi giorni sto notando una cosa che riguarda sempre i fenomeni di capillarità. Il principio dei vasi comunicanti sembra adattarsi ad una caratteristica che pare avere il terreno: tempo fa feci una piccola opera di presa che consiste in un tubicino capace di prelevare acqua da un rivolo che nei periodi piovosi raccoglie il ruscellamento delle piovane. Questo tubo (in piano) di 12 cm. di sezione x 1m. riesce a farsi attraversare solo dalle reflue del terreno in saturazione. Anche provando a bagnare e a far scorrere diversi metri a monte di questo, ricoprendogli l’innesto(ho provato a soffiarci dentro per rimuovere eventuali occlusioni), sembra distinguere la portata “percolata” dal resto del territorio da quella provocata dal solo alveo . La trasmissività d’un corso d’acqua(non simulabile con irrorazioni provocate) è possibile esista per una conduttanza tra sorgenti e mare, creando un “circuito chiuso” in grado di auto-regolamentarsi ?
24 Marzo 2011 alle 13:39 #4334bernagozziAmministratore del forumIl fenomeno che descrivi pare abbastanza strano in quanto se nel corso d’acqua scorre acqua e se questa viene intercettata dal tubo, l’acqua dovrebbe anche attraversare questo tubo e uscire dall’altra parte. Se non capita così, e se escludi che il tubo sia intasato, l’unica spiegazione che mi viene in mente è che il tubo sia in leggera contropendenza, cioè che l’estremità di valle sia lievemente più alta dell’estremità di monte. Puoi fare una semplice verifica con una livella, in quanto a occhio difficilmente puoi rendertene conto.
Se il tubo è inclinato verso valle, allora se l’estremità di monte intercetta acqua questa deve defluire dal tubo, a prescindere dalla natura e dalla provenienza di quest’acqua.
Per quello che riguarda la capacità di un torrente di autoregolarsi, mi sentirei di escluderlo. E’ vero che ragionando a dimensioni globali il mare rappresenta il livello di base di qualunque sistema fluviale (che prima o poi raggiunge il mare e più in basso di quel livello non può andare), però alla scala del torrente di montagna l’effetto del mare può essere tranquillamente trascurato. Quindi penso piuttosto che i torrenti si seccano o vadano in piena in funzione del regime delle precipitazioni e delle caratteristiche geologiche e morfologiche del loro bacino di alimentazione.
Le sorgenti a loro volta sono alimentate dalla pioggia e quindi anche in questo caso non si può pensre ad un circuito chiuso del tipo sorgente -> torrente -> fiume -> mare -> sorgente -> … in quanto il passaggio fra “mare” e “sorgente” avviene per tutto il processo di “evaporazione, condensazione e precipitazione atmosferica” che non ha alcun rapporto con il torrente specifico che drena le acque di quella determinata sorgente.
Saluti24 Marzo 2011 alle 22:08 #4335danbartMembro@bernagozzi wrote:
.
Le sorgenti a loro volta sono alimentate dalla pioggia …Le sorgenti di vetta come si formano? Quello che volevo dire è rappresentato bene dall’adesione che ha un filo d’acqua con se stesso;penso siano cariche elettrostatiche per esempio che indirizzano poche gocce a formare un filo che ,anche se minimo riesce a scorrere “all’infinito”finchè c’è un se pur minimo dislivello; questa stessa carica potrebbe essere la causa dell’aumento di spinta utile per attraversare il mio tubetto, che quando piove e il monte è saturo si lascia attraversare dalla testa e la coda di questo “fatto”. E’ importante questa particolarità(eventuale) perchè darebbe vità,se studiata. alla possibilità di mantenere in quota energia potenziale senza fare grandi bacini di forte impatto, ma semplicemente rivalutando i piccoli scorrimenti un tempo mantenuti, che durante le piogge distribuivano su tutta la superfice( non solo verso valle come adesso) peli liberi con relative tensioni superficiali; questo a lungo andare magari riattiverebbe il riempimento di cavità carsiche raggiungibili solo da lente e prolungate infiltrazioni ( che da quando è calato l’interesse per i boschi si sono concentrate solo presso sorgive non periodiche) promuovendo l’immissione nella prima falda. Ciao
29 Marzo 2011 alle 7:49 #4336bernagozziAmministratore del forumLe sorgenti di vetta si formano in prossimità delle vette dei cronali montuosi, specialmente in presenza di rocce fortemente fratturate. Sono di solito di modesta portata e l’alimentazione avviene per condensazione del vapore acqueo contenuto nell’aria. L’aria, con il suo carico naturale di umidità, entra all’interno della rete di fratture dell’ammasso roccioso. Se all’interno delle fratture la temperatura è inferiore, in presenza di elevata umidità si può verificare una condensazione dell’acqua atmosferica e di conseguenza la formazione di una piccola sorgente.
Anni fa vidi alcune pagine molto interessanti in Internet che mostravano come fare per creare “artificialmente” un fenomeno di questo tipo.
In ogni caso occorre precisare che la portata che puoi ottenere è comunque modesta e dipende molto dalle condizioni atmosferiche mediamente presenti nel sito.
Se c’è bassa escursione termica fra giorno e notte e se l’aria è molto secca alora il metodo è inapplicabile.
Saluti20 Aprile 2011 alle 21:52 #4337danbartMembroTi ricordi mica che sito era? Ho letto di sistemi per intrappolare la nebbia o stagni di rugiada e quello magari non lo conosco. Io comunque sono in un ambiente molto umido, solo che la pendenza delle valli è leggera e l’acqua s’aggrotta nel giro di poco. Se però come dici si può condensare l’umidità dall’aria, visto che gli alvei sono troppo ricchi di sostanza organica forse converebbe far prosciugare il più possibile il terreno, mantenendo la flora ripariale utile al flusso minimo, facendo (come notavo tempo fa in liguria) canaletti di sgrondo. Questo non pregiudicherebbe l’umidita latente(non so se si chiama così quel tenore di rugiada medio e umidità portata dai venti ed eviterebbe il superamento del limite di Atterberg delle zolle più franose.
28 Aprile 2011 alle 12:54 #4338bernagozziAmministratore del forumCome ti dicevo esiste una tecnica pe condensare l’umidità direttamente dall’atmosfera sfruttando la differenza di temperatura fra il giorno e la notte.
Alcune informazioni le puoi trovare a questo indirizzo. In particolare ti consiglio di guardare la sezione “stagni di rugiada”, che illustra un metodo per la realizzazione di uno stagno per condensare l’umidità dell’aria.
Saluti!3 Maggio 2011 alle 6:45 #4339danbartMembroAvevo già trovato quel sito, interessante, spero di trovare il tempo di farlo prima o poi. La cosa che però potrebbe essere approfondita è l’analisi dei percorsi che si trovano naturalmente nei boschi, sempre riguardo l’umidità ,ai quali vertono gli interessi di qualsiasi organismo presente(organico e inorganico)e a cui noi non facciamo caso. Dovremmo interagire con ciò che già assorbe questi venti umidi ai fini di non farli interrare o assorbire, veicolandoli negli alvei incrementando il flusso minimo vitale. Vidi anni fa un filmato di uno in Amazzonia che, nella foresta umidissima, si impegnava nel far scorrere acqua da un bozzetto a un altro, dicendo che ciò era utile per mantenere una sorgentella ; a noi questo atteggiamento parrebbe superfluo ma credo che nei luoghi adatti darebbe un buon aiuto per utilizzare al meglio le fonti naturali. ciao
5 Settembre 2011 alle 19:34 #4340danbartMembroHo riletto la discussione e ti ringrazio molto per le dettagliate risposte che hai dato, malgrado scriva un pò confuso. Oggi notavo che dopo le piogge(a parte il solito zampillo che dicevo) defluiva parecchia acqua dal tubo drenante( foderato di tessuto) che contorna la mia casa, interrato da 1 a 2 metri per 35 metri di circonferenza. E’ giusto farlo svuotare più in fretta possibile o andrebbe regimato per garantire una pressione da (appunto)falda semi-confinata? Come posso evitare che le radici del vicino Olmo, si infilino nel tubo ? ciao
7 Settembre 2011 alle 7:19 #4341bernagozziAmministratore del forumUn tubo drenante di solito ha l’estremità da cui defluisce l’acqua aperta. Cioè quando l’acqua entra nel tubo drenante, scorre all’interno del tubo e defluisce liberamente all’uscita del tubo per versarsi nella fogna o nello scarico.
Dopo le piogge è abbastanza normale che si verifichi un incremento della portata del tubo di drenaggio. L’acqua di percolazione superficiale infatti raggiunge rapidamente il tubo e quindi è normale un rapido incremento delle portate.
In linea di massima non si ostacola il deflusso dal tubo in quanto si limiterebbe la sua azione drenante. Potresti, in teoria, mettere un rubinetto all’uscita del tubo e regolare il deflusso, ma non vedo il senso, perderebbe un po’ di significato il dreno.
saluti!! -
AutorePost
- Devi essere connesso per rispondere a questo topic.