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  • #4342
    danbart
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    Forse vicino casa non è il caso ma, visto che i terreni vicini( poco a valle) hanno delle artesiane,il tenere il tubo pieno in certe stagioni umide potrebbe servire ad attirare le acque di percolazione che li raggiungono. Se funzionasse potrei rifare questo sistema (che dalle mie parti chiamano chiavica )a lato di un “dente” di roccia che affiora nel mio terreno distante da casa, dove in qualche modo credo le acque si concentrano qualche metro sotto terra.

    #4344
    danbart
    Membro

    Sempre ripensando ad attirare acque di percolazione nel tubo drenante,pensavo questo:
    la persistenza di acqua in un bacino è regolata, oltre che da venti, temperatura e tessitura del fondale, dall’ adduzione proveniente da zone più secche in grado di imbibire il corpo idrico. Per non farlo evaporare o sparire nel terreno escludo la possibilità troppo invasiva di aggiungere direttamente acqua perchè modificherei troppo la struttura delicata del” microclima” interno ad esso e cerco di creare una relazione tra uno o più punti più lontani possibili in grado di mantenere una velocità di conduzione ( non so se si può chiamare così)idonea confinata tra zone adatte a non fermare quest’onda magari subsidente, lenta ma capace di compensare il prosciugamento della pozza. In un circuito del genere si potrebbe immettere piccole quantità di acque di scarico (biodegradabili ) senza modificare eccessivamente il B.O.D. del percorso di ricarica ma intervenendo solo con fito-depurazione nel bacino ? In pratica come viene già fatto ma usando le scoline come filtro…
    grazie e ciao

    #4343
    danbart
    Membro

    @bernagozzi wrote:

    …. Potresti, in teoria, mettere un rubinetto all’uscita del tubo e regolare il deflusso, ma non vedo il senso, perderebbe un po’ di significato il dreno.
    saluti!!

    La regolazione dell’uscita dal tubo drenante, consentirebbe alla temperatura della tessitura del terreno nella zona emunta, di alzarsi unitamente a quella dell’ acqua, anziche rimanere solo in relazione coll’abbassamento di falda. Simulerebbe uno stramazzo di un pozzo senza superare la soglia limite della ricarica.
    💡 In pratica sto cercando di dire che la trama della tessitura si costituisce anche con microclimi non necessariamente legati al passaggio di liquidi e cioè che è importante preservare risorgive periodiche anche nei periodi di secca.
    Poi sarebbe da limitare la comparsa in periodi secchi di crepe intorno al tubo e incrementare muschi e flora ripariale nella zona per garantire il minimo calore nel sottosuolo. Intorno ai pozzi so che si usa tendere a metter cemento per evitare di contaminare la falda con infiltrazioni; la stessa cosa andrebbe penso curata per i drenaggi in zone umide che inevitabilmente in estate son soggette ad essere influenzate dall’esterno più prossimo. Mantenere una temperatura costante ( e questo lo promuoverebbe il dosaggio del “flusso minimo vitale” ) se la zona è già tendente a captare diversi flussi subsidenti nella collina non è cosa inutile . ciao

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