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bernagozziAmministratore del forum
Per come descrivi i materiali incontrati in corso di perforazione sembra che siano stati intercettati terreni prevalentemente argillosi con qualche lente di limo o sabbia all’interno. In questi casi, in effetti, l’acqua contenuta in queste lenti più permeabili può generare delle piccole venute che però, e pare sia il tuo caso, si possono esaurire in breve tempo.
Più che una compattazione delle argille sulla superficie del pozzo credo che il problema sia proprio una scarsa permeabilità dei terreni e il fatto che queste piccole lenti di sabbia o limo non sono alimentate.bernagozziAmministratore del forumLe prove Lefranc usualmente si eseguono in terreni. Per la caratterizzazione di ammassi rocciosi usualmente si eseguono prove Lugeon. In ogni caso, posto che il tuo scopo è verificare se il pozzo disperde, sicuramente una prova di dispersione può essere indicata. L’unica accortezza da seguire è quella di avere a disposizione un quantitativo sufficiente d’acqua (almeno qualche metro cubo) e un contalitri, in modo da verificare la portata immessa.
bernagozziAmministratore del forumPenso che qualche metro di distanza dovrebbe essere sufficiente.
Se il piezometro è molto profondo il problema potrebbe essere una deviazione del foro e quindi una incertezza sul reale punto in cui vai a cementare ma se il piezometro è superficiale o se non ci sono problemi di errori di verticalità del foro direi che qualche metro di distanza può andare bene.bernagozziAmministratore del forumLa condizione GHB dovrebbe poterti consentire di variare il carico nel tempo, introducendo più stress period.
Comunque se vuoi studiare il fenomeno puoi anche fare più simulazioni separate impostando prima un carico poi un altro carico.
Dipende da cosa serve esattamente il modello.
Saluti.bernagozziAmministratore del forumDisperdere acque meteoriche in falda, soprattutto in acquiferi carsici, è una attività da fare con molta cautela.
Le acque meteoriche, infatti, scorrono sul terreno o sul piazzale o su un tetto, quindi possono risultare inquinate e l’immissione diretta in falda è una attività che deve essere autorizzata.
Analogamente, anche tutto il dispositivo di immissione (tappo di chiusura, collegamenti, ecc…) deve essere tale da non permettere la contaminazione dell’acquifero in cui si va a disperdere l’acqua.Il consiglio, pertanto, è di rivolgerti ad un geologo che esegua lo studio e ti rediga il progetto, demandando a lui l’onere e la responsabilità di definirne le caratteristiche tecniche.
bernagozziAmministratore del forumQuando crei dei sublayer di fatto crei dei layer, cioè Modflow considera i sublayer che hai creato come dei veri e propri layer.
Per fare un esempio, se il tuo layer va da 0 a 6 m e crei 3 sublayer equispaziati, alla fine il tuo modello sarà un modello a 3 layer, il primo da 6 a 4, il secondo da 4 a 2 e il terzo da 2 a 0 m.
Quando vai ad inserire una condizione al contorno e vuoi definire dei sublayer ti conviene inserire l’ Higher Z coordinate e il lower Z coordinate utilizzando le quote in metri e non il top o bottom del layer.
In pratica, quindi, se vuoi suddividere il tuo modello da 0 a 6 m in 3 sublayer e la condizione CHD la vuoi con un carico a 2.5 m, (cioè solamente associata al secondo e terzo layer visto che il primo ha un bottom a 4 m) per associare la condizione CHD devi usare un oggetto con higher Z coordinate a 3 m (ad esempio) e lower z coordinate a 0 m. In questo modo quando vai a creare il tuo modello la condizione verrà applicata solamente al secondo e terzo sublayer e il problema dovrebbe sparire.
Saluti e buona modellazione.bernagozziAmministratore del forumSoftware specifici non ne conosco.
In ogni caso per l’archiviazione penso sia possibile utilizzare dei classici programmi di archiviazione come ad esempio access (ce ne sono anche altri, quello è il più conosciuto in quanto distribuito con Office) ed impostare delle query per l’individuazione del superamento dei parametri.
Certo, l’impostazione iniziale del database deve essere fatta costruendosela manualmente, però alla fine disponi di un prodotto perfettamente impostato per le tue esigenze.bernagozziAmministratore del forumUna trincea parzialmente penetrante la puoi simulare con un modello a due (o anche più, ma due sono il minimo) layer con la base del layer superiore che arriva alla quota della base della trincea, o meglio un po’ sotto questa quota per evitare problemi di celle con un carico idraulico quasi uguale alla quota del bottom della cella.
In queste condizioni la trincea parzialmente penetrante la puoi simulare anche con una condizione CHD con carico uguale alla quota del tubo drenante della trincea, applicando la condizione solamente al layer superiore oppure con la condizione dreno, con quota dreno uguale alla quota del tubo drenante della trincea, applicando sempre la condizione solamente al layer superiore.
Il fiume, essendo una condizione alimentante, può essere simulata con la funzione river o con un carico costante e deve essere applicata o solamente al layer superiore o ad entrambi i layer, questo in funzione delle caratteristiche del fiume, della sua incisione e delle funzioni del modello.
Naturalmente queste sono indicazioni di larga massima, che poi devono essere valutate sulla base del modello Modflow che si sta creando.
Saluti.bernagozziAmministratore del forumSicuramente è un approccio giusto.
Utilizzare modelli più semplici per avvicinarsi alla soluzione e poi rendere il modello più realistico per ottenere il risultato finale può essere un buon metodo per riuscire a far girare Modflow e MT3DMS senza stare ore ad attendere il risultato.
Tieni anche presente che una eccessiva complicazione del modello anche se apparentemente da un maggior grado di realismo non sempre riesce a fornire un risultato più realistico, posto che le incertezze che si hanno nei dati di input sono sempre elevate.
Saluti e buona modellazionebernagozziAmministratore del forumIl metodo che utilizzi per l’avvezione, cioè il standard finite-difference method dovrebbe essere una buona scelta al fine di accelerare la simulazione.
A riguardo
Z. Chunmiao and W. P. Patrick, “MT3DMS, A modular three-dimensional multi-species transport model for simulation of advection, dispersion and chemical reactions of contaminants in groundwater systems; documentation and user’s guide, U.S. Army Engineer Research and Development Center Con.” p. 202, 1999.
a pag 8 riporta:
The method of characteristics is highly effective for eliminating numerical dispersion in strongly advection-dominated problems. The third-order TVD method, implemented with a universal flux limiter, minimizes both numerical dispersion and artificial oscillation. When numerical dispersion is not a significant problem, as in cases where a fine model grid is used or physical dispersion is large, the standard finite-difference method can be used for greater computational efficiency
Come valore di Courant number ModelMuse suggerisce di porlo variabile da 0.5 a 1 e di default inserisce 1 (in MT3DMS).
L’unico suggerimento che posso darti con i dati che mi hai fornito è provare a lanciare qualche simulazione di prova eliminando dispersione, reazione e sorption, poi provare ad inserirne una per volta cercando di capire in quale momento si verifica l’impennata dei tempi di simulazione.
In generale, comunque, passando dalla simulazione di solo flusso con Modflow al flusso+trasporto con MT3DMS, i tempi di simulazione si incrementano significativamente quindi nei modelli destinati anche alla simulazione del trasporto può essere conveniente impostare da subito tutto il modello nel modo più semplice possibile.bernagozziAmministratore del forumIn italiano che io sappia non esiste un manuale specifico di Modflow e/o Groundwater Vistas.
Se ti può essere utile c’è un videocorso gratuito su Modflow, utilizzato però con interfaccia grafica ModelMuse.
In ogni caso, una volta appresi i concetti, passare da una interfaccia ad un’altra è una operazione relativamente agevole (naturalmente non è una cosa immediata, ma sicuramente più facile rispetto ad imparare da zero il funzionamento del codice Modflow)
Il videocorso è disponibile su YouTube.
Saluti e buona visione.bernagozziAmministratore del forumPosto in questi termini molto generici è difficile poter dare una risposta.
In linea generale in condizioni stazionarie una delle cause più frequenti di non convergenza del modello è la presenza di celle insature.
Una prima cosa da controllare è il carico idraulico iniziale associato alle celle del modello, cioè il valore che Modflow assume come primo valore di tentativo da utilizzare per far girare il modello. In condizioni stazionarie questo valore non influisce sul risultato finale quindi è sicuramente una buona norma generale imporre un carico iniziale uguale alla quota del top del modello.
ModelMuse, ad esempio, di default pone il top del primo layer a quota 0 e, sempre di default, assume che il carico idraulico iniziale sia 0 su tutta la superficie del modello.
Poi una seconda cosa da verificare è che le condizioni al contorno imposte non determinino, al termine della simulazione in stazionario, delle celle insature.
Modflow 2005 le può gestire, ma con un po’ di fatica e con problemi di convergenza, in particolare se il modello è complesso.
Quindi il primo suggerimento è verificare queste due cose.
Saluti e buona modellazione.bernagozziAmministratore del forumSicuramente Qgis è un’ottima piattaforma per la realizzazione di cartografia. E’ un software gratuito, aggiornato e si sta diffondendo molto fra i geologi e gli addetti ai lavori.
Utilizzato bene consente di ottenere degli output molto chiari e graficamente belli.
Per quello che riguarda il discorso delle incertezze sui dati di input sicuramente una interpolazione può essere di aiuto, ma vale sempre il principio che se i dati di input sono incerti il risultato sarà sempre e comunque affetto da errori ed incertezze, a prescindere dal modo con cui i dati vengono processati.bernagozziAmministratore del forumModflow lo devi far partire dall’interfaccia ModelMuse o meglio, parte da solo nel momento in cui da ModelMuse lanci la simulazione.
Quindi la procedura corretta è:
1) Installare ModelMuse;
2) installare i pacchetti necessari a far girare le simulazioni, fra cui anche Modflow, specificando a ModelMuse dove andarlo a trovare, cioè il percorso da seguire per consentire a ModelMuse di individuare l’eseguibile Modflow. Questa procedura dovrebbe essere spiegata nel primo video.A questo punto, dopo aver creato un modello con ModelMuse lanci la simulazione e ModelMuse:
1) compila i file per Modflow;
2) va a richiamare Modflow e lo lancia;
3) Modflow risolve il problema e ModelMuse ti chiede di importare i dati per visualizzarli.
Tutta la procedura di lancio di Modflow quindi è automatica e la fa direttamente ModelMuse.
Saluti,
GabrielebernagozziAmministratore del forumOttima scelta.
Quando si acquista un immobile è sempre bene chiedere ad un tecnico di fiducia di fare un controllo, in particolare se ci sono dei dubbi di stabilità, infiltrazione, lesioni o simili.
Saluti. -
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