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bernagozziAmministratore del forum
Il mulinello l’ho acquistato un po’ di tempo fa e quindi non mi ricordo esattamente quanto tempo ci ha impiegato per arrivare ma mi sembra che abbia fatto abbastanza presto.
In ogni caso se ne hai urgenza puoi segnalare il problema alla ditta e sicuramente ci sarà il modo (con un po’ di sovraprezzo) di farlo arrivare rapidamente.Non ti saprei dire se esistono negozi specializzati che vendano mulinelli idrometrici: si tratta di un articolo molto specialistico, con una bacino di utenza molto limitato e quindi penso che la cosa migliore sia guardare in Internet.
Per la misura della portata esistono comunque anche altri metodi (metodi volumetrici, stramazzi tarati, ecc) che forse potrebbero consentirti un certo risparmio in termini di costo della strumentazione.
Se le portate sono modeste e se c’è un salto o una briglia adatta allo scopo, puoi anche usare il metodo volumetrico che, in certe condizioni, è molto preciso e non costa nulla in termini di strumentazione necessaria.
Saluti,
GabrielebernagozziAmministratore del forumLa portata specifica è la quantità di flusso per unità di area.
indicando con v la velocità di flusso (cioè la velocità di Darcy), si ha
v=Q/A = portata specifica.
Quindi la portata specifica è uguale alla velocità di flusso v e pertanto:
v= 2.8 * 10^-6 m/s
Posto che
v=k x i
e dai dati del problema
i=0.045
si ricava:
k=v/i = 6.22*10^-5 m/s
A questo punto si ha:
k = 6.22*10^-5 m/s;
i = 0.045.e dai dati si può ricavare la velocità v* dei filetti di corrente come:
v* = k*i/ne
con ne uguale alla porosità efficace che, dai dati a disposizione, si può assumere uguale alla porosità, cioè 0.24.
La velocità dei filetti di corrente risulta quindi:
v* = 1.167*10^-5 m/s
Posto che la velocità è uguale allo spazio/tempo:
t=200/1.167*10^-5 = 1.714 *10^7 s = 198 giorni.
L’ho risolto un po’ in fretta. Prova a guardarci e poi fammi sapere.
GabrielebernagozziAmministratore del forumLe informazioni non sono molte e quindi è possibile dare solamente qualche risposta approssimativa.
In ogni caso:- se la sezione è relativa ad un tratto di pianura l’unica cosa che è possibile fare con i dati a disposizione è considerare, nella porzione freatica, la falda orizzontale, segnandola magari con un tratteggio, per inidcare che si tratta di una informazione molto incerta;[/*:38grjj80]
- se la sezione è relativa ad un versante si può supporre che nel fondo valle la falda affiori in corrispondenza del rio che appunto scorre alla base del versante e in questo caso si può provare a congiungere il livello misurato in B con il fondo valle, con una curva con concavità verso il basso, cioè con gradiente idraulico che aumenta a mano a mano che ci si avvicina al fondo valle.[/*:38grjj80]
Naturalmente la realtà delle cose può essere molto più complessa e articolata.
bernagozziAmministratore del forumEsiste una formazione argillosa chiamata appunto “argilla azzurra”. Si tratta in effetti di argilla generalmente molto poco permeabile o addirittura impermeabile. Potrebbe essere quella.
bernagozziAmministratore del forumL’espressione “creta” non è codificata da un punto di vista geologico, però usualmente con creta si intende un terreno argilloso o prevalentemente argilloso. In questo caso è vero che nei terreni argillosi non si trova acqua, in quanto sono terreni molto poco permeabili, o addirittura impermeabili.
Tuttavia non è possibile dare una regola generale: se lo strato impermeabile è sottile è possibile attraversarlo e andare ad intercettare acquiferi che magari si trovano al di sotto.
La situazione, cioè, può essere estremamente varia e non è possibile con le informazioni riportate poter dire molto.
Saluti,
GabrielebernagozziAmministratore del forumTi do una traccia di soluzione (non do una garanzia sul risultato in quanto li ho risolti un po’ velocemente)
Problema
Un tracciante salino immesso in un pozzo impiega 3h e 35′ per raggiungere un secondo pozzo distante 44,1m lungo la stessa direttrice di flusso. In questo secondo pozzo la superficie piezometrica è inferiore di 0,35m rispetto a quella del primo pozzo. Determinare la velocità reale e la velocità apparente della falda, nonché la conducibilità idraulica dell’acquifero saturo sapendo che la porosità efficace è pari al 15%.
Riportare in sezione lo scenario idrogeologico studiato.Soluzione
t = 3 ore e 35 min = 215 min = 1.29 E4 s
d=44.1 m; Dh = 0.35 m. Da questo si ricava il gradiente i=Dh/d = 0.35/44.1=7.937 E-3
La velocità apparente, cioè la velocità dei filetti di corrente, si può calcolare come spazio percorso/tempo impiegato a percorrerlo cioè:
Velocità apparente = v* = 44.1/1.29 E4 = 3.419 E-3 m/s
La velocità apparente è uguale alle velocità reale (detta anche velocità darciana) diviso la porosità efficace (n_e). Pertanto, posto n_e=0.15 si ha:velocità reale = v = v* X n_e = 3.419 E-3 X 0.15= 5.129 E-4
Dall’equazione di Darcy v=k X i si può ricavate k = v/i = 5.129 E-4/7.937 E-3 = 6.462 E-2 m/s
Nota personale: una permeabilità k= 6.462 E-2 m/s è molto elevata. Potrebbero essere ghiaie pulite.
Problema
Un acquifero di origine alluvionale, a granulometria sabbioso-ghiaiosa, ha un’estensione superficiale pari a 125Km2.
La falda è sottoposta a pompaggio per scopo acquedottistico. Il volume d’acqua estratto è pari a 5,8 x 10^7 m^3/a e tale pompaggio genera un abbassamento medio annuo generalizzato pari a 3,12 m. Determinare la porosità efficace dell’acquifero e riportare in sezione lo scenario idrogeologico prima e dopo il pompaggio.Soluzione
Dai dati disponibili si deve supporre che l’acquifero non sia alimentato da ricarica da pioggia, cioè che sia sostanzialmente un serbatoio che progressivamente si svuota.
In queste condizioni il volume d’acqua estratto per metro quadro di acquifero èV=5.8 E7 / 125 E6 = 0.464 m^3/m^2 = 0.464 m
Questo significa che se invece che da un acquifero si estraesse acqua da un lago con le stesse dimensioni dell’acquifero alla fine dell’anno il lago sarebbe 0.464 m più basso.
Nell’acquifero però una porzione consistente è occupata dalla frazione solida e quindi l’abbassamento è superiore (3.12 m) in quanto l’acqua viene estratta solamente dai vuoti comunicanti.
La porosità efficace n_e risulta quindi uguale a:
n_e = 0.464/3.12 = 0.1487, cioè circa 15%.Saluti
GabrielebernagozziAmministratore del forumL’idea del sifone è sicuramente interessante ma non so se possa funzionare in modo autonomo.
Se il sifone aspira acqua in continuazione allora forse potrebbe anche andare ma se l’aspirazione è discontinua si potrebbero forse formare bolle d’aria all’interno del tubo che potrebbero comprometterne l’efficienza.
La cosa che forse potrebbe risultare più pratica potrebbe essere una piccola pompa alimentata con pannelli solari. Queste pompe non riescono ad estrarre grandi quantitativi d’acqua, però per un uso non professionale potrebbero essere sufficienti.
Inoltre, se l’acqua nel pozzo è vicina al piano campagna, la prevalenza è poca e quindi anche una pompa di scarsa potenza potrebbe essere sufficiente.
Saluti,
GabrielebernagozziAmministratore del forumChe interfaccia grafica stai usando?
ModelMuse, Groundwater Vistas, Visual Modflow …?
La tecnica per fare l’operazione a cui ti riferisci, infatti, varia in funzione dell’interfaccia usata.
Saluti
GabrieleAggiornamento 19/03/2019
Relativamente alla griglia di Modflow è stata recentemente pubblicata una scheda specifica nella sezione teoria.bernagozziAmministratore del forumSolitamente l’immissione di acqua in falda è possibile, a condizione che le acque immesse rientrino nei parametri fissati dalla normativa.
Nel caso delle acque di pioggia però c’è un problema da considerare: quando piove, l’acqua di pioggia cade sul tetto e si carica di tutta la sporcizia che si è accumulata sul tetto. Questa sporcizia non è un qualcosa di fisso nel tempo ma dipende da molti fattori. Uni di questi, ad esempio, è la data dell’ultimo acquazzone intenso: se l’ultimo acquazzone intenso c’è stato da poco ragionevolmente il tetto sarà pulito mentre se c’è stato da molto tempo il tetto sarà più sporco.
Per questa ragione le acque raccolte dai pluviali non credo che possano dare una garanzia di qualità per la reimmissione diretta in falda, soprattutto se si tratta di una falda profonda, quindi ragionevolmente di una risorsa idrica pregiata.Prova ad informarti presso gli uffici della tua Regione, ma in linea di massima sconsiglierei questa cosa.
Saluti
GabrielebernagozziAmministratore del forumIntanto mi verrebbe da pensare alla soluzione più pratica: provare ad alzare il boccaforo del pozzo. Se ad esempio si tratta del classico pozzo trivellato con diametro 20-30 cm tagliato a piano campagna si può provare ad avvitare o saldare un pezzo di tubo (magari basta anche 1.5 metri) sulla testa tubo in modo da alzare il livello di sfioro. Magari dopo non sfiora più.
L’altra alternativa, che si può pensare anche unita alla precedente, potrebbe essere quella di canalizzare le acque inviandole verso uno scolo, tipo un fosso stradale di scolo, un tombino, ecc…
Considera che molti vorrebbero avere un pozzo e non ce l’hanno. Molti di quelli che hanno un pozzo vorrebbero che il pozzo avesse anche acqua e il tuo ne ha così tanta che viene fuori da sola. Insomma a mio parere chiuderlo sarebbe un peccato.
In ogni caso la soluzione che di solito si usa per chiudere i pozzi è la cementazione che, per essere fatta bene, deve essere fatta dal basso. In pratica si cala un tubicino a perdere fino a fondo pozzo e si inietta cemento fino a che il cemento non esce da piano campagna. Eventualmente per garantire una sigillatura ancora migliore si possono usare miscele di cemento e bentonite.
In ogni caso se contatti una ditta di perforazione (non è un lavoro che si può fare con il fai da te visto che occorre una pompa da iniezione per cemento) sicuramente ti sapranno consigliare,Saluti
GabrielebernagozziAmministratore del forumIn linea di principio se il tubo in PVC è di diametro sufficiente si può prendere una cella Casagrande, collegarla ai due tubicini e calarla all’interno del tubo in PVC.
Però non riesco a capire il senso di questa operazione: alla fine semplicemente avresti gli svantaggi del piezometro a tubo aperto (risposta un po’ più lenta) e gli svantaggi del piezometro Casagrande (diametro dei tubi inferiore e quindi maggiore difficoltà di calare la sonda del freatimetro) senza alcun vantaggio.
In tanti anni di professione non mi è mai capitato di vedere una installazione di questi tipo.
Saluti
GabrielebernagozziAmministratore del forumFrancamente non ho mai visto manuali di GWV in italiano.
Puoi provare a guardare in internet se vedi qualche dispensa in pdf usata da qualche corso di laurea… magari con un po’ di fortuna trovi.In generale, comunque, il consiglio è di usare la documentazione originale anche se in inglese.
Si tratta di un inglese tecnico, quindi con una costruzione delle frasi abbastanza semplice e con parole che tendono a ripetersi, per cui dopo un po’ ci si prende l’abitudine e si comprende quasi come l’italiano.
Saluti
GabrielebernagozziAmministratore del forumOn line non saprei.
relativamente agli slug test c’è un libro di ANIPA:James Johnson Butler (1997): The Design, Performance, and Analysis of Slug Tests (Traduzione italiana). ANIPA, Quaderni dell’Associazione Nazionale di Idrogeologia e Pozzi Acqua
Trovi i riferimenti al sito:
http://www.acquesotterranee.it/it/libriSaluti
GabrielebernagozziAmministratore del forumNella rete di flusso per “portata per metro di profondità” si intende la portata per unità di lunghezza della struttura esaminata.
La rete di flusso assume un moto di filtrazione piano, come ad esempio quello che si verifica lateralmente ad una trincea drenante molto lunga e ad andamento rettilineo.
Se la trincea è lunga ad esempio 324 metri, per conoscere la portata drenata dall’intera trincea occorre moltiplicare il valore di portata ottenuto con la rete di flusso per 324 (immaginando trascurabili gli effetti di distorsione del flusso che si verificano in corrispondenza delle due estremità della trincea).
Il caso di uno scavo su una superficie di tipo quadrata/rettangolare è differente in quanto non si ha un qualcosa che si sviluppa arealmente ma si ha si ha un drenaggio da un’area circoscritta.
In questo caso, è possibile usare vari approcci:1) con la rete di flusso si calcola la portata per metro e poi si moltiplica il valore ottenuto per il perimetro dello scavo.
2) si può provare con la tecnica del pozzo equivalente: si simula un pozzo con un raggio tale che la superficie del cerchio di quel raggio sia uguale alla superficie dello scavo e si calcola la portata estratta da un pozzo di queste caratteristiche, dopo che nel pozzo è stato imposto un abbassamento uguale a quello dello scavo.
Per simulare questa condizione potresti immaginare un pozzo completo in un acquifero di 8-10 m di spessore. Così facendo da un lato si riduce lo spessore dell’acquifero ma dall’altro si escludono dal calcolo l’effetto delle palancole e quindi i due effetti un po’ si bilanciano fra di loro.
Magari conviene fare qualche prova cercando di individuare una combinazione di permeabilità, raggio di influenza e spessori dell’acquifero che forniscano un valore realistico ma cautelativo.Si tratta ovviamente di sistemi un po’ empirici che però almeno un ordine di grandezza te lo dovrebbero dare.
In linea di massima se l’acquifero è profondo, piuttosto che fare un pozzo profondo di drenaggio conviene fare più pozzi di profondità 10-15 m in modo da cercare di sfruttare l’effetto barriera generato dalle palancole.
Più distribuisci il drenaggio in modo areale meglio lo sfrutti (cioè devi emungere meno per ottenere gli abbassamenti che ti servono)
Saluti
Gabriele20 Febbraio 2016 alle 10:53 in risposta a: Crediti per neolaureato non ancora iscritto all’albo #4694bernagozziAmministratore del forumAl momento il corso è ad accesso libero e non vengono rilasciati crediti.
Per quello che riguarda la domanda nello specifico, cioè se possono essere validi crediti acquisiti prima dell’esame di stato, dovresti chiedere all’Ordine dei Geologi della tua regione.
Saluti
Gabriele -
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