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bernagozziAmministratore del forum
Se l’acquifero è in pressione, cioè se il livello piezometrico è ad una quota superiore rispetto al limite di separazione acquifero – acquitardo, io setterei l’acquifero come confined.
In queste condizioni, se assumi che il layer superiore sia assolutamente impermeabile (k=0), forse potresti anche eliminare il layer superiore e considerare unicamente un solo layer di tipo confined.
Se invece il livello di falda si trova ad una quota inferiore al limite acquifero-acquitardo, allora il secondo layer non è in pressione e userei la condizione “convertible” o “confined/unconfined” (dipende dall’interfaccia e dal flow package che stai usando, ma il concetto è il medesimo).bernagozziAmministratore del forumSe nella tua area i pozzi di controllo mostrano un livello della falda superiore al livello di tamponamento del layer permeabile questo dovrebbe verificarsi anche nel tuo modello. Se setti il tuo layer come confined, e visto che il livello della falda è superiore al livello del tetto del layer mi sembra possa essere la condizione corretta, settando opportunamente le condizioni al contorno e le condizioni di stress puoi tranquillamente alzare a piacimento il livello dei carichi idraulici nel tuo layer permeabile. Quindi, se i tuoi pozzi di controllo mostrano un livello di falda molto al di sopra della quota di tetto del layer permeabile, occorrerà settare le condizioni al contorno del modello in modo che anche nel modello il carico idraulico sia di molto superiore al top del layer.
Se ho capito bene la domanda direi che questo dovrebbe essere il modo più lineare di procedere.
Saluti
Gabriele.bernagozziAmministratore del forumNo, non ci sono limiti di tempo o date prestabilite. Le lezioni sono registrare e quindi è possibile visionare i filmati quando si vuole 24 ore su 24. Si consiglia di visionare tutto i 15 filmati entro 3 mesi dalla data di iscrizione, ma si tratta unicamente di un consiglio per evitare una eccessiva dispersione nel tempo. Ai fini APC la cosa importante è visionare tutto il pacchetto entro il 31/12/2013, momento in cui termina il triennio APC corrente.
bernagozziAmministratore del forumSe il dreno nella porzione centrale del modello scende ad una quota inferiore al tetto del secondo layer ti conviene provare a lanciare anche una simulazione settando il secondo layer come confined/unconfined e provare a guardare che differenze compaiono.
Se non ricordo male il Groundwater Vistas prevede l’immissione di due parametri lo specific Storage e lo Spacific Yjeld (non mi ricordo se il software li indichi esattamente in questo modo, comunque il concetto è che uno è relativo all’immagazzinamento in condizioni confinate e l’altro in condizioni non confinate).
Presta attenzione a questo parametri e in particolare accertati di aver settato valori realistici, sopratutto per il parametro relativo alle condizioni confinate che dovrebbe assumere un valore molto piccolo.
Per quello che riguarda il discorso dell’immagazzinamento, non penso sia possibile calcolarlo in condizioni stazionarie. In condizioni stazionarie, per definizione, non c’è accumulo o cessione d’acqua nell’acquifero, ma unicamente transito. Infatti in tutte le soluzioni analitiche relative al regime stazionario l’immagazzinamento non compare. Per questa ragione non penso sia possibile usare la fase iniziale in condizioni stazionarie per valutare l’immagazzinamento d’acqua nell’acquifero.bernagozziAmministratore del forumIl modello, quindi, in fase stazionaria ha attivi sia i pozzi sia i dreni (quindi l’acqua entra dai pozzi ed esce dai dreni), poi in fase transitoria il modello progressivamente si svuota per opera dei dreni.
In questo caso mi sorge innanzitutto un dubbio: visto che i dreni sono posizionati nel secondo layer, in fase transitoria, cioè in fase di svuotamento, la piezometrica dovrebbe scendere ad una quota inferiore rispetto al tetto del secondo layer e quindi il secondo layer, anche se in fase stazionaria era in condizioni confinate, in fase transitoria dovrebbe essere in condizioni non confinate. Come è stato settato questo secondo layer? Da come hai descritto il problema, se è stato settato come confined potrebbe non essere corretto.
Per quello che riguarda il volume totale di acqua che esce dal modello questo dovrebbe essere calcolabile come somma dei volumi che escono durante i singoli time step. Non ho aperto il Groundwater Vistas e quindi vado un po’ a intuito, però in teoria se sommi i volumi in uscita da tutti i time step dovresti ottenere il volume totale di acqua drenata e quindi il volume totale di acqua ceduta dall’acquifero.
Quella immagazzinata non so come potresti calcolarla in quanto in fase transitoria dal tuo modello ci sono esclusivamente perdite d’acqua (dai dreni) e non immissioni (i pozzi sono spenti) e quindi in fase transitoria il tuo modello cede acqua e non ne immagazzina.
Ti ringrazio per l’apprezzamento per le lezioni online e ti ricordo che se sei un geologo iscritto all’ordine puoi anche seguirle a fine APC.bernagozziAmministratore del forumDipende a cosa serve la sorgente nel modello.
Se vuoi simulare una fuoriuscita d’acqua puoi usare un pozzo con portata negativa uguale alla portata che esce dal modello. In quel modo, in corrispondenza della cella in cui vai ad inserire il pozzo, si genera una perdita analoga alla perdita che hai per fuoriuscita d’acqua dalla sorgente.
Oppure puoi provare ad usare (non l’ho mai fatto ma dovrebbe funzionare) una ricarica da pioggia negativa. In questo caso, quindi, dalla cella fuoriesce una portata pari alla velocità di ricarica (negativa) moltiplicata l’area della cella.
Non ti consiglio di usare l’evapotraspirazione in quanto il valore di evapotraspirazione non è costante ma cambia al variare della soggiacenza e quindi non è una funzione adatta a simulare una perdita di portata nota.
Se invece con la sorgente vuoi simulare una portata in ingresso (cioè l’acqua che esce dalla sorgente si infiltra nel modello e vuoi vederne gli effetti) puoi usare sempre o il pozzo, questa volta con portata positiva o la ricarica, sempre con portata positiva.
Io proverei a procedere in questo modo.
Magari puoi provare prima a fare qualche modello di prova per verificare come si comporta la funzione pozzo e la funzione ricarica e scegliere la migliore per il tuo scopo.
Se invece vuoi vedere quanta acqua esce da una sorgente in funzione delle variazioni piezometriche puoi provare ad usare la funzione dreno, applicata ad una cella al top del modello. In questo modo l’acqua che tocca il top del modello entra nel dreno che hai simulato (quota dreno uguale a top modello) e dovresti vedere che, al variare della distribuzione dei carichi idraulici, si modifica la portata in uscita.
Anche in questo caso, però, è necessario eseguire delle prove per vedere come si comporta il modello nel caso specifico.bernagozziAmministratore del forumProbabilmente la differenza fra la scelta che hai nel VisualModflow e quella proposta nel ModelMuse non dipende dall’interfaccia (cioè ModelMuse o VisualModflow) ma dipende dal tipo di flow package utilizzato nelle simulazioni.
Probabilmente nei tuoi modelli stai utilizzando il flow package di default che, da quanto descrivi, potrebbe essere il BCF. In ModelMuse il pacchetto settato di default, e usato negli esercizi del videocorso, è l’LPF.
Per cui, come prima cosa, prova a guardare quale flow package stai usando.
Se stai usando il BCF, allora non hai solamente due opzioni, come nell’LPF, ma 4, di cui una confined, una unconfined e due ti tipo misto (che probabilmente corrispondono al tuo caso confined/unconfined).
Una buona spiegazione su questo argomento la trovi nel manuale
Modflow 2005, The U.S. Geological Survey Modular Ground-Water Model – The Ground-Water Flow Process, dell’USGS scaricabile da qui.
In particolare la spiegazione la trovi al capitolo 5 “Internal Flow Packages”bernagozziAmministratore del forumPurtroppo non riesco ad esserti di grande aiuto perché Seawat è un pacchetto che non ho mai utilizzato.
Se avessi un problema analogo con Modflow ti potrei suggerire di provare a fare girare prima il modello in condizioni stazionarie, che sono più semplici da gestire, e verificare come si comporta il modello in quelle condizioni. Poi,una volta compreso la situazione, provare a fare girare il modello in condizioni transitorie.
Non so però se questo suggerimento possa essere valido anche nel caso di Seawat.bernagozziAmministratore del forumL’initial head è il carico idraulico che Modflow utilizza all’inizio del ciclo di iterazione. In un modello in condizioni transitorie di solito l’Initial Head deriva da una precedente simulazione in regime stazionario mentre quando si esegue una simulazione in regime stazionario, come nei casi del videocorso, l’Initial Head può essere definito quasi arbitrariamente. La cosa importante è che all’inizio della simulazione non ci siano celle insature, per via della difficoltà che ha il Modflow nella risaturazione delle celle insature.
Per quello che riguarda il layer confined e convertible, di solito si usa questa logica:
se se può ragionevolmente supporre che un layer sia in condizioni sature (cioè il carico idraulico in tutte le celle del layer è sicuramente superiore al top delle celle) allora si setta il layer come confined. Altrimenti si setta come convertible.
Nei casi incerti la cosa migliore è fare delle prove lanciando la simulazione prima con il layer settato come confined e poi come convertible esaminando poi i risultati ottenuti nelle due configurazioni.bernagozziAmministratore del forumHo installato l’ultima versione del ModelMuse (come vi dicevo da qualche giorno è stato emesso un aggiornamento del programma) ed in effetti quando si lancia il programma kz non è visibile. Direi che sicuramente si tratta di un bug, che provvederò a segnalare.
Per fare riapparire kz è sufficiente aprire e chiudere la finestra Layer Group, anche senza modificare nulla.Per maggiori informazioni seguire questo post, specifico sull’argomento.
Grazie della segnalazione!
Per quello che riguarda i tempi di frequentazione del corso non c’è una scadenza. Si invita a seguire l’intero blocco di videolezioni entro 3 mesi dalla data di iscrizione, ma si tratta esclusivamente di un consiglio non vincolante.
bernagozziAmministratore del forumIn teoria kz dovrebbe essere visibile. Ho notato però che qualche giorno fa è stata rilasciata una nuova versione di ModelMuse, che è probabilmente la versione che hai scaricato tu. Io non ho ancora eseguito l’aggiornamento. Domani nel tardo pomeriggio proverò a scaricare la versione aggiornata e a verificare se kz compare o no. In ogni caso, dopo aver scaricato e installato l’ultima versione, inserirò in questo post la procedura per far visualizzare kz.
Tenderei ad escludere un problema di installazione
Saluti e a domani sera.bernagozziAmministratore del forumUn saluto a tutti e un ringrazziamento per l’interesse che avete mostrato verso l’iniziativa.
Rispondo brevemente alle varie domande che mi sono state poste nei messaggi spediti tramite il modulo di contatto.1) Quando partirà il corso?
Il corso è già attivo. Per informazioni, iscrizioni e per guardare le videolezioni andare su questa pagina2) Come funziona il meccanismo dei crediti?
Per il videocorso è stato richiesto l’accreditamento APC. Per ottenere i punti è necessario semplicemente iscriversi al corso e seguire le videolezioni. Prima di poter iniziare a guardare i video occorre iscriversi inserendo i propri dati e scegliendo un nome utente e password. A questo punto, loggandosi con il proprio nome utente e password, è possibile guardare le videolezioni. La procedura di autenticazione è necesaria per capire chi ha guardato le lezioni e attribuire di conseguenza i crediti APC. Durante la visione dei filmati apparirà un pulsante giallo ad intervalli di tempo casuali. Quando il pulsante appare occorre cliccarci sopra con il mouse. Questo espediente è stato messo a punto per accertarsi che ogni video venga visto integralmente.
Per ulteriori informazioni si può consultare questa pagina3) il videocorso è gratuito?
Si, completamente gratuito.4) Se non si è interessati all’APC si può comunque seguire il corso?
Si, è possibile. Dalla home page del sito http://www.idrogeologia.net si può accedere alla sezione videocorso . ATTENZIONE: I video caricati su idrogeologia.net sono i medesimi caricati su bernagozzi.net, ma a fine APC è necessario seguire le videolezioni dal sito http://www.bernagozzi.net5) Se guardo solo metà del corso mi vengono riconosciuti la metà dei crediti APC?
No. Il videocorso, che dura 9 ore, deve essere guardato integralmente. Se lo si visiona solo parzialmente non viene accreditato nulla.6) Per seguire il videocorso è necessario acquistare un software?
No. Modflow e ModelMuse, i due software usati nel videocorso, sono gratuiti e scaricabili liberamente da InternetbernagozziAmministratore del forumSe la captazione viene eseguita al solo scopo di eseguire misure di portata, non esistono particolari accorgimenti da seguire. La captazione infatti non viene eseguita per estrarre acqua potabile ma viene eseguita unicamente per evitare che le acque si disperdano sul terreno rendendone impossibile la misura.
In quest’ottica, quindi, l’opera di captazione va progettata volta per volta sulla base della conformazione del sito. A volte è sufficiente un piccolo muretto o un piccolo argine di qualche decina di centimetri di altezza costruito con pietre reperite direttamente sul sito, giusto per raccogliere le acque e incanalarle verso un punto da cui sia possibile eseguire una misura volumetrica. In pratica quindi occorre far si che le acque che si disperdono sul terreno vadano a confluire in un punto al di sotto del quale sia possibile posizionare un secchio o un becker.
Utilizzando il metodo descritto in questo post è possibile eseguire le misure di portata.
Se le acque vanno a confluire in un fosso, se possiedi un mulinello idrometrico puoi anche eseguire la misura della portata del fosso. Altrimenti anche in questo caso occorre progettare qualche piccolo accorgimento per sbarrare temporaneamente il fosso e misurarne la portata con un metodo volumetrico. Se le portate sono di qualche litro/sec e se il fosso è di qualche decina di centimetri di larghezza, una piccola lamiera opportunamente sagomata può servire allo scopo.
Insomma, il metodo è un po’ da inventare caso per caso.bernagozziAmministratore del forumCapisco, è un caso un pò particolare… quindi mi suggerisci di utilizzare q = k/R (H0quad-h2quad)
considero quindi h2 come incognita da trovare ed esplicitando ottengo h2 = RADq(H0quad-(q*R/k))
Da qui procederei in questo modo:
Ipotesi 1: R=4
si calcola h2 sostituendo nella formula: H0 = 9, q=-3.5E-4 (la portata è negativa in quanto la estrai), R=4 e k=8.76E-5. Con questi dati si calcola h2 per R=4
poi, applicando questa equazione[attachment=0:1d8lowwl]ricostruzione_piezometrica.jpg[/attachment:1d8lowwl]
che trovi in questa scheda, puoi ricostruire per punti l’andamento della piezometrica. In pratica poni L=4 e x lo fai variare fra 0 e 4.
Prova a fare qualche tentativo e valuta un po’ se i valori che ottieni possono essere credibili e applicabili al tuo caso.bernagozziAmministratore del forumConsidera che per fare un monitoraggio è necessario almeno un anno di tempo. Se non è disponibile un intero anno almeno occorre monitorare il periodo più siccitoso, cioè il più critico ai fini della portata. Nell’appennino Bolognese e Fiorentino questo periodo è alla fine dell’estate (agosto-novembre) cioè immediatamente prima delle piogge autunnali e varia ovviamente da anno ad anno. Un anno di monitoraggio non è sufficiente per definire con sicurezza le caratteristiche idrologiche della sorgente, però è meglio di niente. Se hai delle testimonianze di locali fai bene ad acquisirle. Magari chiedi anche se qualcuno ha eseguito delle misure o se in forma indiretta hanno dei valori di portata (es: avevo un serbatoio da 1 m^3 e mi ricordo che in estate si riempiva in un ora circa…). Insomma, cerca di acquisire tutto quello che puoi sopratutto informazioni quantitative. Puoi anche provare a guardare sul sito della regione se trovi dati di monitoraggio. A volte si trovano, non so la Liguria come sia attrezzata da questo punto di vista, comunque un tentativo di ricerca in Internet vale la pena di farlo.
Per quello che riguarda la paleofrana la situazione dovrebbe essere abbastanza favorevole nel senso che un ammasso franato dovrebbe avere una rete di fratture aperte e distribuite in modo abbastanza casuale e quindi un pozzo dovrebbe avere buone possibilità di intercettare fratture acquifere, ovviamente se le litologie franate sono classificabili come rocce. Da questo punto di vista il fatto che siano mischiate rocce di tipo differente non dovrebbe essere un grave problema. Un marmo e un granito sono entrambi permeabili per fratturazione e quindi alla fine quello che gioca non è tanto il tipo di roccia presente ma il grado di fratturazione. La condizione di paleofrana quindi in generale dovrebbe essere favorevoli ai fini delle possibilità di realizzazione di un pozzo.
Per quello che riguarda la geoelettrica non saprei dirti che tipo di aiuto potrebbe in realtà fornirti. Personalmente sono abbastanza scettico e opterei per altri tipi di indagine.
Ad esempio una prima cosa da fare sicuramente è la ricostruzione geologica dell’area, cioè in pratica il tracciamento di qualche sezione sulla quale posizionare ad esempio l’ubicazione delle sorgenti che hai rilevato e sulla quale tracciare i limiti delle unità (base paleofrana, ecc..).
Una volta tracciata la sezione proverei a ricostruire, sulla base dei dati disponibili, un probabile andamento della piezometrica e a questo punto magari, si potrebbe pianificare una campagna di indagine.
Già che ci sei ti conviene anche raccogliere i dati di pioggia e temperatura delle stazioni meteo presento in zona, in modo da avere anche una ricostruzione certa delle caratteristiche climatiche e di conseguenza una stima della pioggia efficace.
Saluti! -
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